Charlotte BronteIMprinting – parole impresse

“…mi guardavo nel cuore, esaminavo le mie idee e i miei sentimenti, e mi sforzavo di riportare con mano ferma sul sentiero del buonsenso quelli che la mia immaginazione aveva lasciato smarrirsi per strade non praticabili. Citato davanti al mio tribunale, il ricordo esibì le cause che dalla notte scorsa avevano destato in me speranze, desideri e sentimenti nuovi; spiegò la ragione dello stato generale dell’animo mio

da una quindicina di giorni; ma il buonsenso venne tranquillamente a presentarmi le cose così com’erano e a dimostrarmi che avevo respinto la verità per allevare un ideale. Allora pronunciai la sentenza e dichiarai che giammai una pazza come Jane Eyre aveva camminato sulla terra, che giammai più fantastica idiota si era esaltata in più dolci menzogne e aveva meglio inghiottito un veleno come se fosse un vino prelibato.

– Tu – dissi a me stessa – essere preferita dal signor Rochester, avere la facoltà di piacergli, acquistare una certa importanza per lui? Va, la tua follia mi fa male. Tu ti sei rallegrata di qualche segno di attenzione, segno equivoco concesso da un gran signore, un uomo di mondo a una domestica, a una ragazza! Povera sciocca! Come hai potuto osare? .. Il tuo proprio interesse non avrebbe dovuto renderti più savia? Stamane tu hai ripassato nella mente la scena della notte scorsa: nascondi il viso e arrossisci per la vergogna! Egli ha un momento lodato i tuoi occhi, non è così? Oh, bambola cieca! Apri le pupille intorbidate e guarda la tua demenza! È fastidioso per una donna essere lodata da un superiore che non può avere l’intenzione di sposarla: è follia per una donna lasciar accendere in sé un amore segreto che deve divorare la sua vita, se non è né conosciuto né condiviso, e che, se è conosciuto e condiviso, deve lanciarla in miserabili difficoltà dalle quali le sarà impossibile uscire”.