Snoq Lodi Veglia civica per Denisa Stephan Lodi 19 02 15 Denisa Stephan, 33 anni, una figlia di 12, è stata uccisa a coltellate dal marito, poi suicidatosi, il 6 febbraio 2015 nell’abitazione di Lodi. Se non ora, quando? Snoq Lodi ha organizzato

(con Comune, Donne&Donne, Ife Italia, Centro antiviolenza) il 19 febbraio, davanti alla Casa del Gelato a Lodi dove la donna lavorava, una veglia civica per ricordarla e riflettere sull’accaduto.

Questa sera vogliamo ricordare la convenzione di Istanbul, che è legge in Italia dal 10 settembre 2013, per spiegare che non siamo noi, un gruppo di donne riunito in un movimento che può essere ‘Se non ora quando?” con il Comitato Snoq Lodi o Ife  – Iniziativa Femminista Europea – Italia o ancor l’associazione lodigiana Donne&Donne o l’assessorato alle Pari Opportunità del Comune a dire che la violenza contro le donne esiste e va affrontata in maniera strutturale, rimuovendo le cause che la originano.

Lo hanno riconosciuto insieme 21 stati, solo 16 dei quali, però, al momento, dopo aver firmato il trattato, lo hanno ratificato, adottandolo come legge. La Romania, ad esempio, ha firmato la convenzione il 26 giugno 2014 e deve ancora ratificarla. Il primo agosto 2014, però, avendo ricevuto la ratifica di almeno 10 stati, di cui 8 dell’Unione europa, l’accordo transnazionale è entrato in vigore a tutti gli effetti in Italia, in Francia, in Spagna, in Turchia, in Portogallo e in un’altra dozzina di stati.

Perché è così importante la convenzione di Istanbul?

Perché intende promuovere la parità non solo giuridica (già prevista dalla nostra Costituzione) ma anche di fatto tra i sessi con politiche, soprattutto di prevenzione, efficaci, globali e coordinate.

La fondamentale premessa della convenzione  è che gli stati concordano sul fatto che la violenza contro le donne “è una manifestazione dei rapporti di forza storicamente diseguali tra i sessi, che hanno portato alla dominazione sulle donne e alla discriminazione nei loro confronti da parte degli uomini e impedito la loro piena emancipazione”.

La convenzione di Istanbul “riconosce con profonda preoccupazione che le donne e le ragazze sono spesso esposte a gravi forme di violenza, tra cui la violenza domestica, le molestie sessuali, lo stupro, il matrimonio forzato, i delitti commessi in nome del cosidetto onore, le mutilazioni genitali femminili” e che queste “costituiscono una grave violazione dei diritti umani delle donne e delle ragazze e il principale ostacolo al raggiungimento della parità dei sessi“.

L’obiettivo dunque è “eliminare ogni forma di discriminazione” e  “prevenire, perseguire ed eliminare ogni forma di violenza contro le donne”, termine con cui si intendono anche le minori di 18 anni, compresa “la violenza domestica che colpisce le donne in modo sproporzionato” e che riguarda, cita la convenzione, anche i minori che vi assistono all’interno delle mura domestiche.

Una volta premessa la pari dignità sul piano giuridico, gli 81 articoli della convenzione specificano, entrando poi nel dettaglio su cosa fare, che è necessario promuovere cambiamenti affinché “la cultura, gli usi e costumi, la religione, la tradizione o il cosidetto onore non possano essere in alcun modo utilizzati” per giustificare alcun atto di violenza, e che questo processo deve coinvolgere “in particolar modo gli uomini e i ragazzi“.

Non dimentichiamo che l’Onu ha un settore d’azione dedicato alle donne ‘Un Women’ che ha di recente lanciato la campagna He for she: lui per lei: perché è ora che siano gli uomini a rimuovere la violenza dal proprio agire.

La convenzione di Istanbul, come ha ricordato l’ex ministra Emma Bonino, si può riassumere nelle tre ‘p’ ovvero prevenire la violenza, proteggere le vittime, punire i colpevoli.

E nell’elencare le azioni da svolgere assegna un ruolo specifico anche alle organizzazioni femminili, non solo nella denuncia ma soprattutto nell’attività di prevenzione, sensibilizzazione e nella lotta agli stereotipi. E’ ciò che stiamo facendo in questi anni noi di Snoq, parlando nelle scuole, andando in piazza a ballare con One Billion Rising, denunciando quanto c’è di sbagliato, marciando insieme o promuovendo incontri a tema, lavorando in seno alle Officine comunali della Partecipazione femminile. Ed è il motivo per cui siamo qui stasera, oltre che per ricordare Denisa come persona e per stringerci attorno alla sua famiglia”.     

I link al canale youtube del comitato Se non ora quando? Snoq Lodi
https://www.youtube.com/watch?v=cwwsJP-Cd7k  Emanuela Garibaldi Snoq Lodi e Ife
https://www.youtube.com/watch?v=52IZcNpucZE  Laura Belloni Centro antiviolenza Lodi
https://www.youtube.com/watch?v=HIhuv1EjNrU il ricordo di una collega
https://www.youtube.com/watch?v=aUElhjR0wxs una poesia dedicata da Francesca Fasano Snoq Lodi
https://www.youtube.com/watch?v=7UZixeQa-kQ Francesca Vastano Snoq Lodi