Da Una stanza tutta per se’ ad un ‘doodle’. Perchè le donne potessero dedicarsi alla riflessione e alla scrittura, agli studi e comunque ad un lavoro non casalingo, Virginia  Stephen Woolf, autrice di celebri romanzi (La signora Dalloway del 1925, Gita al faro del 1927) ma anche di trattati sul femminismo, riteneva dovessero avere Una stanza tutta per se’, una camera o uno studio al pari degli uomini per potersi realizzare come persone.  Ma col suo IMprinting, nel racconto Phyllis e Rosamund  ha lasciato il segno anche nel descrivere la condizione delle figlie di famiglia agli inizi del Novecento: “Il loro errore iniziale è essere femmine”.

Virginia Woolf

Virginia Stephen Woolf

Con la penna sferzante, con la mente lucida con cui analizzava il reale è difficile pensare cosa avrebbe scritto oggi del mondo virtuale, delle interazioni attraverso i social e tanto più del ‘doodle’ con cui Google, il piu potente motore di ricerca, ha voluto ricordarla oggi, a 136 anni dalla nascita, avvenuta il 25 gennaio del 1882 (mori poi suicida nel 1941). Woolf è ritratta in età avanzata circondata da quelle foglie secche che vorticavano nel vento nei suoi romanzi, elevandoli a poesia. Un autunno che, visto oggi, prelude alla sua fine precoce.