La famiglia non è certo quella ‘dipinta’ dal Mulino Bianco. Ma arrivare a promuovere degli oggetti di design lanciati nel corso di un litigio coniugale non è solo uno stereotipo da combattere: è l’apoteosi della violenza domesticaracchiusa nell’attimo breve di uno stacchetto pubblicitario.
Certo, lo spot con cui la ditta Alessi

fa ‘volare nell’etere’ teiere, piatti ed altri oggetti da tavola, la maggior parte metallici, si muove su un piano di parità: la disputa verbale sembra non avere vincitori né vinti. Ma l’uguaglianza è solo apparente. Forse per non incorrere nel pericolo che lo spot venga visto come preludio ad un femminicidio, l’uomo alza la voce solo all’inizio di quei 30 terribili secondi che ti si scagliano addosso dalla tv tra un jingle natalizio e una pubblicità sulla telefonia: “Ma tu non capisci o fai finta di non capire?” urla ‘lui’, nella tipica forma di violenza psicologica che prelude, in genere, alle botte. Ma è la donna, ben rappresentata da un sorridente cavatappi in gonnella, ad aggredire con lanci multipli mentre lui si mette sulla difensiva. Tutto a posto, allora? No. Il ritratto di donna che ne emerge è di una casalinga stupida, insoddisfatta, frustrata ed aggressiva. E, come donna, non capisco perché questo spot dovrebbe attirarmi ad acquistare questi utensili e soprammobili. Provo solo fastidio e distolgo lo sguardo. 

Ma il danno più grave riguarda i bambini davanti alla tv. Sia quelli, fortunati, che non hanno mai assistito in casa a scene del genere ma le assimilano come ‘normali’ e magari non troveranno poi così sbagliato diventarne protagonisti nella vita futura; sia quelli che, invece, purtroppo vivono la violenza domestica, certificata in questo spot. Chi l’ha provata non trova divertente questa eco televisiva di urla e oggetti che si infrangono, che evoca momenti terribili.
Abbiamo trovato un modo per rendere i nostri prodotti indispensabili…” e “Alessi se non ce li avessi” sono messaggi pubblicitari che, accompagnati da grida e insulti, non fanno sorridere ma suonano come un vero inno alla violenza coniugale e alla violenza assistita da parte dei bambini e, come tali, andrebbero vietati. 
Meglio se Alessi, visto che è ormai tardi per le liste nozze, promuova a questo punto i suoi preziosi oggetti di design, tra cui auspico non rientrino coltelli (preferisco non verificare), in uno spot dove una coppia che si sta separando si ‘divide’ civilmente i ‘beni’ di famiglia. Di questi tempi, quasi una ‘pubblicità progresso’.