E’ stato presentato oggi, 25 novembre 2017, nelle sale Apollinee del Teatro La Fenice del capoluogo veneto, nella città che diede i natali alla prima donna laureata al mondo (in filosofia a Padova nel 1678), Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, ed in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, il ‘Manifesto di Venezia’, 

che impegna giornaliste/i ad una informazione che non effettui discriminazione tra i generi, in particolare, ma non solo, nel ‘racconto’ dei fenomeni violenti o delittuosi.
Il Manifesto di Venezia, promosso dalla Commissione pari opportunità della Federazione nazionale della stampa (Fnsi), dall’Usigrai, dal sindacato giornalisti Veneto e da Giulia Giornaliste, sottoscritto ad oggi da oltre 700 giornaliste/i (tra cui Ida Colucci, direttrice Tg2 e  Andrea Montanari, direttore Tg1) e articolato in 10 punti, vuole essere una assunzione di responsabilità di chi fa informazione, evitando la perpetuazione degli stereotipi di genere e della cultura patriarcale nei titoli, nelle parole, nelle immagini.
«Spetta a ciascuno di noi – ha detto Giuseppe Giulietti, presidente della Fnsi – reagire al linguaggio della violenza. Il Manifesto è uno strumento utile alla riflessione, alla crescita culturale».
«Non può essere più consentito nascondersi dietro il “diritto di cronaca” per violare norme deontologiche molto chiare sul rispetto dovuto alle persone, alle donne e soprattutto a chi ha subito violenza e non può riceverne altra dai media» ha detto Alessandra Mancuso, presidente della Cpo della Fnsi.
Quando si raccontano episodi di violenza sulle donne, ha detto il presidente del Senato (che ha dato il patrocinio, così come la Camera) Pietro Grasso, «si usano parole sbagliate che ammantano le storie di una sorta di romanticismo esasperato che in realtà non c’è»; si tratta invece di atti violenti commessi da «un criminale e non da un povero innamorato ferito e non corrisposto». La presidente della Camera Laura Boldrini, ha sottolineato l’importanza che il Manifesto sia stato sottoscritto non solo dalle giornaliste «perché si uscirà dallo scandalo della violenza di genere quando anche gli uomini sentiranno come propria la nostra battaglia di civiltà».

Qui il testo completo del Manifesto di Venezia e come aderire