di LAURA DE BENEDETTI — LODI — UN VIAGGIO su un treno che sembrava andare all’indietro, dal presente al passato, dalla primavera all’inverno, dall’euro, dall’inglese globale e dalle mete turistiche alla moda, ad una moneta, una lingua, fino a località che richiamano ciò che si vorrebbe dimenticare.

Con una cena al sacco, condividendo uno scompartimento a 6 posti con sconosciuti, assistendo ad un incessante strusciare, lungo lo stretto corridoio, di un’eterogenea comunità di 630 persone, unite da Cgil e Cisl della Lombardia, in un itinerario della memoria. Eppure, pur partendo dallo stesso famigerato binario 21 della stazione centrale di Milano e ripercorrendo in quasi 24 ore la stessa linea ferrata di 70 anni fa, tutto ciò non è stato nulla rispetto al viaggio dei deportati della II guerra mondiale che, strappati dalle loro case, stipati in gelidi vagoni merci, senza bere per 4 giorni, finivano il loro viaggio in Polonia e iniziavano un calvario nei campi-golgota di Auschwitz e Birkenau per passare, presto o tardi, attraverso la croce delle camere a gas. Se n’è resa ben conto la delegazione lodigiana, composta da lavoratori, pensionati, delegati sindacali e studenti (Maffeo Vegio di Lodi e liceo Novello di Codogno) che ha affrontato in 5 giorni questa immersione nella storia, visitando il ghetto di Cracovia, i campi di prigionia e sterminio di Auschwitz e Birkenau. Con questa iniziativa, giunta al sesto anno, Cisl e Cgil continuano meritoriamente a dare risposta concreta al monito di ricordare, lanciato da Primo Levi in “Se questo è un uomo”. Ma, hanno riflettuto i ragazzi, purtroppo obbedire all’imperativo non è abbastanza per evitare che la storia si ripeta. Studenti e adulti, insieme, hanno concordato sul fatto che il campo di Auschwitz tocca tutti nell’animo perché da capelli, scarpe, valigie, foto, esposti nelle varie baracche, traspare, come in un eterno “carpe diem”, la vita quotidiana di chi ha subito l’olocausto, mentre Birkenau o Auschwitz II lascia attoniti per la vastità (due km quadrati) di una fabbrica creata per sopprimere esseri umani in maniera veloce ed efficiente. Ma i ragazzi di tutta la Lombardia hanno convenuto, nelle presentazioni effettuate in teatro a Cracovia, che in 70 anni si sono susseguiti altri stermini, forse solo meno “organizzati”, dal Rwanda all’ex Jugoslavia, fino alla questione mediorientale «basata ancor oggi anche sull’antisemitismo» («precedenti invece quelli di indios, indiani d’america, africani deportati e schiavizzati», come ha ricordato il sindacalista Mohammed Ba nell’invitare tutti ad una militanza attiva). Gli studenti hanno sottolineato l’importanza di ricordare «per riconoscere nel presente gli stessi errori», ma anche di agire, di saper dire di no (ricordando chi l’ha fatto, a costo di rimetterci la vita). In particolare gli studenti della 5a D del Maffeo Vegio di Lodi, si sono distinti proponendo, con tanto di musica dal vivo, un confronto scenico interpretando due adolescenti (ebreo e non) in “Diversi destini ma sono solo bambini”.
IL NOVELLO
di Codogno aveva invece preparato uno studio sulle fabbriche e sui marchi (alcuni ancor oggi esistenti) che traevano profitto sfruttando i deportati. Originale e approfondito anche il video “The grey zone” del liceo Cairoli di Vigevano, sugli uomini del Sonderkommando, che dovevano tranquillizzare i condannati prima di introdurli nelle camere a gas.

 

articolo pubblicato su Il Giorno del 24 aprile 2012 ed. Lodi Pavia – viaggio in Polonia a Cracovia Auschwitz Birkenau con il Treno della memoria promosso da Cgile  Cisl Lombardia il 28 marzo – 1 aprile 2012

IL REPORTAGE VIAGGIO NELL’ORRORE DELL’OLOCAUSTO FRA IMPEGNO, STUDI, MUSICA E RIFLESSIONI Sul treno del ricordo, dal binario 21 a Auschwitz Lavoratori, pensionati, sindacalisti, studenti: 630 partecipanti. Per non dimenticare